Sindrome dell'impostore al femminile: 4 strategie concrete per aumentare la fiducia in te stessa
- Barbara Boaglio
- 12 minuti fa
- Tempo di lettura: 9 min

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Ti è mai capitato di sentirti una truffatrice nel tuo stesso business?
Hai appena chiuso un contratto importante. Il cliente è entusiasta, ti ha fatto i complimenti per la proposta e ha accettato il tuo preventivo senza battere ciglio. Eppure, invece di festeggiare con una bella cena o condividere la vittoria con chi ti sta vicino, nella tua testa gira un pensiero fastidioso: "Se sapessero chi sono davvero... se si accorgessero che non ho ancora capito tutto..."
Quello che stai provando ha un nome preciso: sindrome dell'impostore. È quella sensazione sgradevole che ti fa credere di essere una truffatrice nel tuo stesso business, come se tutti i tuoi successi fossero solo frutto del caso o della fortuna.
Anche io ci sono cascata. Qualche mese fa ho fatto un lancio che non ha raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissata. Quando è arrivato il momento di preparare le masterclass che avevo creato proprio sul tema del lancio, mi sono sentita completamente inadeguata. "Come posso insegnare agli altri a lanciare quando il mio ultimo risultato è stato deludente?" pensavo. Poi ho fatto un passo indietro e ho guardato la situazione con più lucidità: ho contato la quantità di lanci che ho realizzato nella mia carriera, quanto ho imparato da ciascuno di essi e soprattutto i risultati straordinari che hanno ottenuto le mie clienti applicando le mie strategie. Mi sono resa conto che stavo cadendo esattamente nella trappola della sindrome dell'impostore.
Se ti riconosci in questo racconto, sappi che sei in ottima compagnia. Secondo diverse ricerche, oltre il 70% delle professioniste sperimenta questa sensazione almeno una volta nella propria carriera. È particolarmente diffusa tra le donne che gestiscono un'attività in proprio o che ricoprono ruoli di responsabilità. La crescita personale delle donne passa spesso attraverso il superamento di questi momenti di dubbio, ed è normale che accada.
Il problema non è provare questa sensazione, è umano e comprensibile. Il vero rischio arriva quando la sindrome dell'impostore inizia a condizionare le tue scelte professionali: ti porta a sottovalutare i tuoi prezzi, a scusarti per le tue competenze, a evitare opportunità che potrebbero farti crescere. In poche parole, sabota la fiducia in te stessa e limita il potenziale del tuo business.
La buona notizia è che puoi imparare a gestire questi pensieri e a riconoscere il tuo reale valore. In questo articolo troverai quattro strategie concrete e immediatamente applicabili per smettere di sentirti un'impostora e iniziare a celebrare quello che hai davvero costruito. Non servono tecniche complicate: bastano alcuni cambiamenti nel modo di osservare te stessa e il tuo percorso professionale.
Raccogli le prove del tuo valore
Quando la sindrome dell'impostore bussa alla porta, il primo antidoto è guardare i fatti. Il problema è che spesso dimentichiamo quello che abbiamo già raggiunto e ci concentriamo solo su quello che ci manca. La crescita personale delle donne passa anche attraverso il riconoscimento concreto dei propri traguardi, grandi e piccoli.
La soluzione più efficace che ho trovato è creare quello che chiamo il diario delle vittorie. Ogni mattina mi scrivo le vittorie che voglio raggiungere durante la giornata, e il mattino seguente segno quelle che si sono davvero realizzate. Il mio "anno professionale" inizia a settembre, proprio come quello scolastico. L'anno scorso ho registrato 829 vittorie solo nel mio business. Tante? Poche? Sinceramente, non importa. Vedere quel numero crescere ogni giorno mi aiuta a sapere che sto andando nella direzione giusta e mi ricorda costantemente quanto valore sto creando.
Questo approccio trasforma completamente la percezione che hai di te stessa. Invece di concentrarti su quello che "ancora non hai fatto", inizi a vedere chiaramente tutto quello che stai costruendo giorno dopo giorno. È come avere una banca dati dei tuoi successi sempre a portata di mano, pronta a ricordarti chi sei davvero quando la voce dell'impostora si fa sentire troppo forte.
Il secondo strumento potente è quello che definisco il portfolio delle competenze. Troppo spesso diamo per scontate le nostre capacità, soprattutto quelle che consideriamo "ovvie". Prendi un foglio e inizia a scrivere tutto quello che sai fare: dal gestire un cliente difficile al creare una presentazione efficace, dal saper ascoltare al risolvere problemi tecnici. Includi anche le competenze che hai sviluppato nella vita privata e che si rivelano preziose nel lavoro, come la capacità di organizzare eventi familiari che ti ha insegnato a gestire i dettagli di un progetto complesso.
Una mia cliente, consulente di marketing, si sentiva inadeguata perché non aveva una laurea specifica nel settore. Quando abbiamo fatto insieme questo esercizio, ha scoperto di avere oltre 40 competenze diverse: dalla gestione dei social media alla psicologia del consumatore, dalla scrittura creativa all'analisi dei dati. Vedere tutto scritto nero su bianco le ha fatto capire che la sua esperienza vale più di qualsiasi diploma.
Il terzo elemento fondamentale è riconoscere il proprio valore anche attraverso i fallimenti. Quando qualcosa va storto, la sindrome dell'impostore sussurra: "Ecco la prova che non sei abbastanza brava". In realtà, come spiego nell'articolo sulla mentalità vincente, ogni errore è un passo verso il miglioramento se sai come utilizzarlo. Ogni tentativo che non va come previsto ti insegna qualcosa di nuovo su te stessa, sul tuo mercato, sui tuoi clienti.
Ecco un esercizio pratico che puoi fare subito: dedica 10 minuti a compilare la lista dei tuoi successi degli ultimi 6 mesi. Includi tutto: contratti firmati, clienti soddisfatti, problemi risolti, nuove competenze acquisite, feedback positivi ricevuti, persino quella volta che hai gestito una situazione difficile meglio di quanto ti aspettassi. Scrivi anche i piccoli traguardi quotidiani: quella email perfetta, quella presentazione che è andata meglio del previsto, quel momento in cui hai dato un consiglio prezioso a una collega.
La verità è che abbiamo molti più successi di quelli che ricordiamo. Il nostro cervello è programmato per notare i problemi e dimenticare i successi, ma tu puoi riprogrammare questa tendenza semplicemente documentando le tue vittorie. Quando le vedi scritte davanti a te, diventa molto più difficile per la sindrome dell'impostore convincerti che sei arrivata fin qui solo per caso.
Cambia il dialogo interno con te stessa
Il nostro cervello produce circa 60.000 pensieri al giorno, e molti di questi sono gli stessi di ieri. Quando soffri di sindrome dell'impostore, una buona parte di questi pensieri lavora contro di te. Come aumentare la fiducia in sé passa necessariamente dal cambiare questa conversazione interna che spesso diventa il nostro peggior nemico.
La prima cosa da fare è diventare consapevole delle frasi sabotanti che ti ripeti più spesso. "Non sono abbastanza preparata", "Gli altri sono più bravi di me", "Prima o poi si accorgeranno che non valgo niente". Queste frasi sono come un disco rotto che continua a suonare la stessa melodia negativa. Il problema è che a forza di sentirle, iniziamo a crederci davvero.
La buona notizia è che puoi imparare a trasformare questi pensieri limitanti in affermazioni potenzianti. Prendi "Non sono abbastanza preparata" e trasformala in "Ho le competenze necessarie e continuo a crescere". Oppure cambia "Gli altri sono più bravi" in "Ognuno ha il proprio percorso e io sto costruendo il mio". Non si tratta di mentire a te stessa, quanto di offrire al tuo cervello una versione più equilibrata e realistica della situazione.
Un trucco che funziona sempre è quello che chiamo la regola della migliore amica. Quando ti assale un dubbio su te stessa, fermati e chiediti: cosa diresti a un'amica che ha i tuoi stessi timori? Probabilmente le faresti notare tutti i suoi successi, le ricorderesti quanto è cresciuta e le diresti di avere più fiducia in se stessa. Ecco, quella stessa gentilezza che offri agli altri, inizia a offrirla anche a te.
La ricerca della psicologa Carol Dweck ha dimostrato che ciò che siamo e quello che otteniamo non è solo frutto delle nostre abilità innate, quanto soprattutto del modo in cui ci approcciamo ai nostri obiettivi. Sviluppare un mindset positivo significa allenare la mente a vedere le possibilità invece che solo gli ostacoli.
Ti racconto la storia di Sara, una life coach che per un anno intero ha rimandato il lancio del suo percorso principale. In questo periodo aveva venduto alcuni servizi individuali e le clienti erano sempre soddisfatte, eppure le sue vendite non erano sufficienti. Così si era messa a fare diversi lavori, alcuni anche pagati poco, per paura di fare il grande passo. Il suo dialogo interno era devastante: "Non ho abbastanza contatti", "Non sarò capace di gestire un lancio", "Tutto deve essere pronto e perfetto".
A fine giugno le ho praticamente imposto di lanciare, anche se non avesse venduto nulla. Le ho spiegato che si sarebbe fatta l'esperienza e il lancio successivo sarebbe andato meglio. Insieme abbiamo stabilito un obiettivo che a lei sembrava impossibile: vendere 5 percorsi. Ha lanciato con il funnel email incompleto, la landing page imperfetta e diversi problemi tecnici da gestire lungo il percorso. Risultato? Ne ha venduti 10.
La differenza l'ha fatta, cambiare il suo dialogo interno da "Non sono pronta" a "Imparo facendo". Questo semplice cambio di punto di vista le ha permesso di superare la paralisi del perfezionismo e di scoprire che era molto più capace di quanto pensasse.
La pratica quotidiana è fondamentale per consolidare questo nuovo modo di pensare. Dedica 3 minuti al giorno a riconoscere i pensieri limitanti quando arrivano e a riformularli in modo più costruttivo. Puoi farlo al mattino durante il caffè o la sera prima di addormentarti. All'inizio ti sembrerà artificiale, ma con il tempo diventerà automatico.
Il tuo dialogo interno è l'unico che senti 24 ore su 24. Vale la pena rendere quella vocina, un’alleata invece che una sabotatrice. Ogni volta che trasformi un pensiero negativo in uno più equilibrato, stai investendo nella tua crescita personale e professionale.
Costruisci una rete di supporto autentica
La sindrome dell'impostore prospera nell'isolamento. Quando sei sola con i tuoi dubbi, ogni insicurezza si amplifica fino a sembrare una verità assoluta. Il networking femminile autentico può essere l'antidoto più potente a questa spirale negativa, perché ti permette di scoprire che le tue paure sono condivise da molte altre professioniste di successo.
Trovare la tua tribù professionale significa cercare donne che non solo capiscono le sfide che affronti quotidianamente, ma sono anche disposte a ricordarti il tuo valore nei momenti di sconforto. Queste non sono semplici conoscenze di lavoro: sono alleate che hanno vissuto gli stessi dubbi, le stesse paure e gli stessi successi. Il supporto tra donne ha una qualità unica perché nasce dalla comprensione profonda di dinamiche che spesso gli uomini non vivono allo stesso modo.
La chiave è imparare a dare e ricevere feedback costruttivi invece di cercare solo conferme. Quando chiedi un parere, evita domande generiche che cercano rassicurazioni come “Va bene quello che sto facendo?” e preferisci domande specifiche come “Come posso migliorare questo aspetto?”. Questo tipo di comunicazione crea un ambiente di crescita reciproca dove ognuna contribuisce al successo delle altre con onestà e rispetto.
Un elemento fondamentale del supporto autentico è celebrare i successi insieme. Crea rituali di condivisione delle vittorie: può essere semplice come un messaggio di gruppo per annunciare un traguardo raggiunto o un aperitivo per festeggiare insieme un nuovo contratto firmato. Questi momenti di celebrazione collettiva rafforzano la consapevolezza che il successo è possibile e meritato.
Come ho raccontato nell'articolo sulla solitudine imprenditoriale, la mia Super Mastermind con Daniela e Sara (e ora anche con Angela) è diventata un pilastro del mio percorso professionale. Ci incontriamo ogni 15 giorni e abbiamo creato uno spazio sicuro dove possiamo essere vulnerabili, condividere dubbi e celebrare progressi senza giudizio.
Per organizzare un gruppo di supporto informale, inizia identificando 3-4 professioniste con cui senti una connessione autentica. Proponi incontri mensili di un'ora e mezza, sia online che di persona. Stabilite insieme le regole: riservatezza, puntualità, partecipazione attiva e ascolto senza giudizio. Ogni incontro può iniziare con la condivisione di un successo recente e proseguire con il supporto reciproco su una sfida specifica di ciascuna partecipante.
Se preferisci unirti a community esistenti, cerca gruppi di imprenditrici del tuo settore o della tua zona geografica. L'importante è che l'ambiente sia basato sulla collaborazione piuttosto che sulla competizione, dove ogni donna possa sentirsi libera di mostrare anche le proprie fragilità senza timore di essere giudicata.
La sindrome dell'impostore si gestisce, non si elimina
Abbiamo esplorato insieme quattro strategie concrete per gestire la sindrome dell'impostore: riconoscere quando arriva e perché, documentare i tuoi successi per avere prove concrete del tuo valore, trasformare il dialogo interno sabotante in uno più equilibrato e costruire una rete di supporto autentica. Questi quattro pilastri lavorano insieme per creare una base solida su cui costruire una crescita personale duratura.
La verità che voglio condividere con te è questa: la sindrome dell'impostore non sparisce magicamente da un giorno all'altro. Anche le professioniste più affermate attraversano momenti di dubbio e insicurezza. La differenza sta nel modo in cui gestiscono questi momenti. Invece di lasciarsene sopraffare, hanno imparato a riconoscerli, accettarli e utilizzare gli strumenti giusti per superarli.
Pensa a Sara, la life coach che ha venduto 10 percorsi nonostante tutti i suoi dubbi, o alle migliaia di donne che ogni giorno scelgono di andare avanti nonostante le proprie paure. Anche tu hai già dimostrato di avere questa forza: sei qui, stai cercando soluzioni, stai investendo nella tua crescita. Questo è già un grande passo.
Inizia da oggi con una di queste strategie. Scegli quella che senti più vicina al tuo modo di essere e dedicale 10 minuti al giorno per una settimana. Vedrai che anche piccoli passi costanti possono portare a cambiamenti significativi nella tua fiducia e nel tuo business.
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